di Mauro Paoletti Pag. 128 – Dimensioni: 14 X 21 Fra i simboli esoterici il Nodo di Salomone, conosciuto anche nodo di San Giovanni, o Templare, perché da essi adottato, è quello che vanta una origine antichissima, come testimoniano le incisioni rupestri in Valcamonica. Graficamente esso è rappresentato da due o più anelli intrecciati tra loro in maniera indivisibile. Liberi nel movimento ma legati e costretti a convivere insieme perché l’uno è necessario all’altro. È definito il simbolo dell’unione fra la divinità e l’uomo, ossia il legame fra il mondo terrestre e quello divino, il sigillo che blocca le forze del male. Nel medioevo tutto era simbologia. Il creato fu rappresentato visibilmente, in modo da guidare l’uomo verso la verità teologica, mediante l’intuizione simbolica della natura. Il Nodo di Salomone assunse la parte più significativa e, insieme ad altri segni, divenne il richiamo a concetti saturi di significati esoterici, specie in ambito templare, dato che i Cavalieri ne fecero largo uso. La sua presenza si segnala su colonne, mosaici, codici miniati, pavimenti, su oggetti e incisioni longobarde. Perfino tra gli Arabi il Nodo venne usato come elemento decorativo su elmi, scudi, corazze e diffuso nei motivi tipici dell’arte decorativa islamica. Nel Romanico fanno la loro comparsa anche altre figure simboliche, scolpite sui capitelli e nei portali delle chiese, quali il Green Man, l’Uomo Verde, chimere, aquile, draghi, cavalieri, tritoni, sirene. Simboli che, col Nodo, formano l’oggetto di queste pagine.


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