di Costanza Bondi e Marco Morucci Pag. 240 – Dimensioni: 14 X 21 Un simbolo ancestrale, dal significato positivo, purtroppo troppo spesso oggi associato unicamente al senso che gli è stato dato ai giorni nostri.m Non si avventuri nella lettura di questo libro chi pensi di trovarsi di ironie a un testo politico. Si tratta intani di un excursus simbolico, tema tanto caro agli autori, che analizza il simbolo sacro ancestrale per eccellenza: lo Svastica, termine rigorosamente al maschile, in quanto esprime il concetto sanscrito del Su Asti Ka = “ciò che è bene”.m Svastica, quindi, come simbolo presente in tutte le culture primigenie, nelle sue insite espressioni del continuo divenire (il punta rei dì Eraclito e Cratilo), ma anche della ruota solare, perciò del percorso circolare del Sole attorno alla Terra, nell’alternanza perpetua delle stagioni con i propri punii di svolta che coincidono con solstizi ed equino/i. E, pure, lo svastica in quanto molteplicità dell Uno, l’energia in perpetuo movimento, l’osmosi immanente tra mondo materiale e mondo spirituale, vita umana e vita universale, ciò che è in cielo cosi in terra. L’analisi, toccando Oriente e Occidente, parte dai primordi della civiltà umana per poi passare a Etruschi, Greci, Romani, ( Cretesi, Nativi d’America. Buddismo e Bramanesimo, esoterismo e sequenze simboliche. Un saggio unico nel suo genere, il primo in Italia, che affronta in modo così completo la genesi e il valore di questo remoto simbolo universale.


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